lunedì 17 gennaio 2011

Recensione de: Il silenzio degli Innocenti

E' da un po' che non scrivevo sul Blog,allora oggi,immerso tra Cicerone e Ariosto,riprendo in mano questo piccolo spazio,o sito,dove posso inserire una recensione scritta da me qualche mese fa e non ancora pubblicata. Su cosa? Su Il silenzio degli Innocenti,il noto libro di Thomas  Harris. 

Riassunto :

 La comparsa di un nuovo assassino seriale con la brama dello scuoiare le sue giovani e belle vittime, motiva Jack Crawford ad assegnare alla promettente Clarice Starling il ruolo di risolvere il caso. E la chiave è interrogare il serial killer Hannibal Lecter, recluso da oltre otto anni nel Cheasapeake (in seguito Baltimora) State Hospital, diretto dal "dottor" Chilton. L'FBI ritiene che Lecter possa sapere molte cose su "Buffalo Bill", e poiché rifiuta di aprir la sua mente, forse una giovane donna può far leva sulla sua folle genialità.

Clarice fissa un "appuntamento" con l'omicida, ma viene messa in guardia sia da Crawford che da Chilton: è importante non rivelare nulla di sé stessi, o mostrarsi troppo disponibili con Lecter.

Il cannibale mostrerà subito di avere capacità mentali e sensazionali di gran lunga superiori a quelle normali, e Clarice scoprirà che la sincerità è la chiave per discutere con Lecter, per non lasciare che faccia dei suoi questionari dei semplici origami o che la possa prendere in giro: tra traumi passati del passato, indagini innumerevoli Clarice riuscirà a catturare Buffalo Bill: intanto però Hannibal riesce a fuggire di prigione.


Analisi : 

In alcuni libri,il personaggio più affascinante,che ti conquista o per il quale mostri stima e ammirazione non è sempre il protagonista buono e bello. Questo libro è forse uno dei casi più evidenti,dove alla giovane Clarice,ho preferito di gran lunga il ("buon") dottor Lecter,il quale incarna alla perfezione il ruolo dell'antagonista per eccellenza,ma con un modo di comportarsi e di parlare che non mi sarei mai aspettato da un "mostro!" Certo Hannibal è tutto fuorché umano,ma a suo modo egli sa giudicare le persone e comportarsi di conseguenza attraverso la sua morale (ahimè contorta,così come la sua psiche). Alla fine sembra quasi che la chiave di tutto sia la gentilezza per rendere il cannibale non una persona con cui parlare ed aver paura,ma un semplice interlocutore. Naturalmente la vasta cultura ed i modi gentili del dottor Lecter non fanno che accrescere l'ammirazione che ho verso di lui,ammirazione che certo,vista in un ottica globale crolla nel sapere che un personaggio così ben riuscito e ben realizzato sotto il profilo psicologico rappresenti il cattivo del racconto,capace di ammaliare e affascinare tanto,quanto da far provare paura e terrore (mi riferisco alla sua fuga).

Voto : 4.5/5

Motivo : Ottima storia,tiene col fiato sospeso fino alla fine. 
Ottimi personaggi.
Scritto molto bene.
Il dottor Lecter,un genio del male,vale la pena sapere almeno chi sia e conoscerlo.


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